La situazione del commercio teramano diventa ogni giorno più preoccupante. Le proteste dei commercianti e le tante serrande abbassate dimostrano la sofferenza del settore. Quella del commercio teramano non è una crisi distinta da quella nazionale, ma nella nostra città assume toni particolarmente gravi, poichè questo settore è un pilastro dell’economia locale, anche in termini di fonte di lavoro. Quello che mi domando è il motivo per cui l’amministrazione Brucchi non abbia tutelato nel breve periodo gli operatori di questo settore, valutando la possibilità di mantenere inalterate le tasse comunali nei loro confronti. In particolare, la necessità dei comuni di far cassa a seguito all’eliminazione dell’ICI sulle prime case, non può danneggiare l’iniziativa delle attività commerciali. E’ opportuno, a mio avviso, considerare che l’aumento della TIA, oltre a quello delle imposte sulle insegne e della tassa di occupazione di suolo pubblico, incide in maniera esponenziale sul bilancio delle attività. Aumentare oggi le imposte, anche in tenue misura, equivale a mettere a repentaglio, come sta accadendo, la sopravvivenza dei negozi, aumentando, così, il numero dei disoccupati. Sarebbe auspicabile, pertanto, un intervento celere in questo senso dell’amministrazione, e in aggiunta, una programmazione di eventi ciclici per aumentare il flusso di cittadini teramani e non nelle strade della nostra città.
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